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Pozzo di Lumino: basta promesse, serve trasparenza!

18 Maggio 2025 – Interpellato il Municipio sul progetto del pozzo di captazione di Lumino.

Signor Sindaco,

Signora e Signori Municipali,

il progetto del nuovo pozzo in zona Cappella Nuova rappresenta ormai un caso emblematico di cattiva gestione amministrativa.

Non possiamo ignorare che, già con il Messaggio municipale 16/2019, il Municipio richiese un credito di CHF 886’600.- per la realizzazione del pozzo, la cui messa in esercizio era prevista per giugno 2021. Una scadenza irrealistica annunciata pochi mesi prima delle elezioni comunali del 2020 (poi posticipate a causa della pandemia), in un evidente tentativo di impressionare i cittadini, rivelatosi poi fallimentare.

Quella scadenza inverosimile, dimostrazione dell’incapacità dei responsabili politici del progetto a valutare la portata dello stesso e tutte le sue implicazioni, non fu mai rispettata. Oggi, a distanza di oltre cinque anni il pozzo non è quindi ancora in funzione.

Torniamo però al 2019.

È evidente che per un progetto di una portata come il pozzo di captazione, già arrivato in grande ritardo rispetto al chiaro trend di crescita del Comune in atto da diversi anni, era fondamentale coinvolgere subito (anche in modo interlocutorio) i potenziali proprietari toccati dal progetto. Un coinvolgimento che i responsabili politici del dossier pozzo (che nel mentre hanno terminato la loro attività in seno al Municipio) avrebbero dovuto fare, a nostro avviso, già a partire dal 2017.

Proprio uno di questi responsabili politici del progetto – e delle sue fantasiose scadenze – l’ex Municipale signor Franco De Gottardi, toccato nel vivo da alcune interrogazioni presentate nell’estate 2022 dal Gruppo il Centro per chiedere conto dei ritardi relativi al pozzo in un momento in cui l’acqua a Lumino scarseggiava, si affrettò a dichiarare con toni trionfalistici al quotidiano LaRegione (in data 26 agosto 2022) che:

grazie all’ampia zona di protezione, l’opera avrebbe permesso di mantenere un importante spazio verde a beneficio delle generazioni future” (v. articolo allegato).

Chiaro il sottinteso dell’ex-Municipale in questa dichiarazione: “grazie a delle limitazioni [a danno dei proprietari] lo spazio verde sarà mantenuto”.

Peccato che, nei suoi lavori preparatori, lo stesso citato ex-Municipale non ebbe la lungimiranza di affrontare uno dei nodi centrali del progetto: il coinvolgimento dei proprietari dei fondi interessati. Non lo fece nel 2017 e non lo fece nemmeno nel 2020 e nel 2021.

È curioso che oggi l’ex-Municipale, anche lui proprietario toccato dall’edificazione del futuro pozzo come si può leggere nella tabella allegata al Messaggio municipale 22/2023, si ponga come difensore degli interessi di alcuni proprietari e minacci ricorsi lasciando intendere la volontà di ottenere dei risarcimenti. Una posizione paradossale, considerato che sarebbe spettato a lui, nel ruolo istituzionale ricoperto allora, predisporre fin dall’inizio un’adeguata strategia di coinvolgimento e comunicazione.

Il nuovo Messaggio municipale 22/2023, approvato nel dicembre 2023, mirava anche a colmare questa lacuna, individuando con precisione i proprietari toccati dal pozzo e affermando testualmente che:

“Le limitazioni operative sono contenute all’interno del relativo Regolamento di applicazione e dovranno essere condivise con i singoli proprietari dopo l’approvazione del PPAS da parte del Legislativo comunale”

È passato un ulteriore anno e mezzo dall’approvazione del Messaggio municipale 22/2023 avvenuta nel dicembre 2023 ma del pozzo nemmeno l’ombra. Un altro anno e mezzo (2024 e prima parte del 2025) gettato al vento dai nuovi responsabili politici del pozzo nel quale, al di là degli iter ufficiali, si potevano e si dovevano convocare tutti i proprietari – come fatto in totale trasparenza negli scorsi anni per altri progetti come quelli relativi alle opere di premunizione – per spiegare le singole situazioni e recepire eventuali richieste.

Nulla di tutto ciò è stato fatto. Questa è un’altra grave negligenza. Solo con la pubblicazione all’albo comunale datata 1° aprile 2025 (non uno scherzo!) del Piano di protezione delle acque sotterranee relativo alla nuova captazione del pozzo di campagna di Lumino si è iniziato a coinvolgere la popolazione. Questo modo di agire, a nostro avviso e viste anche le reazioni di alcuni proprietari, rischia di compromettere ulteriormente, facendo accumulare ulteriori inaccettabili ritardi, l’intero iter di costruzione pozzo.

Alla luce di quanto esposto, poniamo le seguenti domande al Municipio, che esigono risposte puntuali e senza ambiguità:

  1. Come giustifica il Municipio l’assenza di qualunque forma di incontro, riunione o comunicazione formale con i proprietari toccati dal progetto del pozzo, nonostante gli stessi fossero noti per iscritto sin dall’approvazione del Messaggio municipale n. 22/2023 (dicembre 2023)?
  2. Quali valutazioni sono state fatte, se vi sono state, circa i potenziali effetti negativi del mancato coinvolgimento preventivo dei proprietari (ricorsi, opposizioni, richieste di risarcimento), compromettendo ulteriormente i tempi e la realizzazione del pozzo e perché tali valutazioni non hanno portato ad alcuna azione concreta nell’anno e mezzo successivo?
  3. Per quale motivo, a fronte di un’esperienza positiva nella gestione di progetti simili – ad esempio quelli relativi alle opere di premunizione – il Municipio ha scelto di non replicare la stessa strategia partecipativa per il progetto del pozzo?
  4. Per quale ragione il Municipio ha deciso di affidarsi esclusivamente alla pubblicazione all’albo comunale del Piano di protezione delle acque sotterranee (1° aprile 2025) come primo atto pubblico di coinvolgimento, ben 16 mesi dopo l’approvazione del Messaggio municipale? Ritiene questa procedura compatibile con i principi di buona amministrazione e trasparenza?
  5. Quali misure concrete intende ora adottare per ristabilire un rapporto costruttivo con i proprietari e la cittadinanza, in modo da non compromettere definitivamente il progetto?
  6. Alla luce dei ritardi accumulati, il Municipio è in grado di fornire una tempistica aggiornata e dettagliata che indichi le prossime fasi concrete del progetto, incluse quelle relative all’interazione con i proprietari, all’avvio del cantiere e la messa in esercizio del pozzo?
  7. Quali sono, alla data odierna, gli ostacoli giuridici, amministrativi o politici che ancora impediscono l’avvio del progetto?
  8. Il Municipio è cosciente delle eventuali implicazioni che la resistenza dei proprietari può avere sia sulla propria operatività che, eventualmente, sulle finanze comunali? Come intende affrontare potenziali rischi operativi e finanziari?

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Gli interpellanti